***SECONDO MANIFESTO COSTRITTIVISTA***
La dialettica veste la strada!
***SECONDO MANIFESTO COSTRITTIVISTA***
Per un’Internazionale Costrittivista.
“Fashion, capitalismo e coronavirus”.
A cura del Proletkill (Chiara Sestili e Daniele Vazquez).
Lo spazio pubblico non è alla sua fine. A settembre rinascerà in Capsule Collection grazie al fashion e alle leggi dell'imitazione.
Lo spazio pubblico non è nulla se non è popolato. Ma non basta. Resta inerte e inanimato se chi lo popola non produce anche spazi relazionali impersonali.
L’impersonale è politico. Non tollereremo che la ragion cinica economica sacrifichi gli anziani e i più deboli per alleggerire pensioni e welfare.
Il Futuro è Nonna: dedicato a Nonna Lina, 102 anni guarita dal coronavirus.
Gli spazi relazionali impersonali si producono tra sconosciuti seguendo leggi imitative e di contrasto molto precise. Sarà necessario riscriverle dopo una così lunga costrizione generalizzata.
La ricostruzione dello spazio pubblico dopo il dominio dello spazio privato sulla vita di ciascuno, stavolta avverrà su basi del tutto diverse, ma da una stessa matrice di fondo, in una parola: il fashion.
In particolare la moda delle facemask.
La dialettica veste la strada!
***SECONDO MANIFESTO COSTRITTIVISTA***
Per un’Internazionale Costrittivista.
“Fashion, capitalismo e coronavirus”.
A cura del Proletkill (Chiara Sestili e Daniele Vazquez).
Lo spazio pubblico non è alla sua fine. A settembre rinascerà in Capsule Collection grazie al fashion e alle leggi dell’imitazione.
Lo spazio pubblico non è nulla se non è popolato. Ma non basta. Resta inerte e inanimato se chi lo popola non produce anche spazi relazionali impersonali.
L’impersonale è politico. Non tollereremo che la ragion cinica economica sacrifichi gli anziani e i più deboli per alleggerire pensioni e welfare.
Il Futuro è Nonna: dedicato a Nonna Lina, 102 anni guarita dal coronavirus.
Gli spazi relazionali impersonali si producono tra sconosciuti seguendo leggi imitative e di contrasto molto precise. Sarà necessario riscriverle dopo una così lunga costrizione generalizzata.
La ricostruzione dello spazio pubblico dopo il dominio dello spazio privato sulla vita di ciascuno, stavolta avverrà su basi del tutto diverse, ma da una stessa matrice di fondo, in una parola: il fashion.
In particolare la moda delle facemask.
La ricostruzione sarà una ricostrizione.
Dall’abitazione all’abito, da facebook alle facemask, dall’architettura alla folla futura, dallo spazio privato allo spazio pubblico saremo ancora più uniti e più separati.
Con le facemask la Quarentena resterà sulle bocche di tutti.
Giù la mascherina! Sarà un invito all’amore e al desiderio. Oltre la barricata i baci saranno più passionali che mai, le labbra un segreto, il rossetto un enigma inafferrabile ai tecnocrati, il french kiss sarà un gesto tanto rivoluzionario e insurrezionale quanto l’appicar fuoco alle galere.
Siamo stati dentro chiusi in una stanza e fuori a tre metri di distanza. Uno per uno in coda, mentre in galera si stava in otto in una cella.
La tana non libera tutti!
Fuori dalle tane, fuori dalle galere!
Se è vero, come abbiamo scritto nel Primo Manifesto, che non permetteremo l’insorgere di un NEOCOSTRITTIVISMO, ci batteremo fin d’ora contro l’insorgere di una SOCIETÁ RICOSTRITTIVISTA che nel momento in cui ci libererà per decreto tratterrà tutta la logica poliziesca di questo test.
Noi siamo stati i primi costrittivisti, noi negheremo noi stessi e saremo i primi anti-costrittivisti.
Come vedremo sulla matrice apparentemente superficiale del fashion si giocherà il futuro prossimo del capitalismo.
Come ha scritto Gabriel Tarde: “Senza il fashion e il costume, le quantità sociali non esisterebbero, non ci sarebbero il valore né il denaro, nemmeno le scienze della ricchezza o della finanza (come si sono sognati gli economisti di formulare teorie del valore escludendo l’idea dell’imitazione?). Tuttavia l’applicazione di numeri e misure alle società, che taluni ancora oggi stanno tentando, non è utile in quanto parziale e provvisoria. A questo modo il futuro ha molte sorprese in serbo”.
Ma anche in italiano.
Tonkonoff ha rilevato per primo che il percorso che unisce le filosofie di Tarde, Foucault e Deleuze&Guattari sia stata la stessa idea di come funzionasse la società: per “contagio”.
La parola è stata usata per esporre il processo stesso alla base della formazione delle relazioni sociali impersonali: l’analogia spiega l’imitazione in Tarde, la propagazione in Foucault, la diffusione in Deleuze&Guattari.
Nei quattro fashionable filosofi, l’analogia con il contagio è scritto a chiare lettere, in Tarde, è ancor più evidente, scendendo in profondità, l’analogia tra fashion e contagio.
Tre brand molto fashionable nella filosofia contemporanea, troppo per il Proletkill, ma vogliamo festeggiare l’annullamento delle “Fashion Weak” con la loro “wearable art” oggi “wearable fear”.
Facciamo un esempio di come il Proletkill utilizzi questi tre brand filosofici (in codice nell’anti-arte: CARTIER, FoolCoolt e D&G) e li personalizzi per i propri obiettivi rivoluzionari e insurrezionali.
Le società sarebbero come cerchi concentrici che si estendono nell’acqua a partire da differenti centri tanti quanti sono gli individui. I cerchi si estendono oltre gli individui, “di corpo in corpo”, fino a produrre una società globale. Eppure i centri iniziali e via via sempre più periferici restano in quanto “costume”.
Da una parte, quindi, abbiamo il “locale”: “costume”.
Dall’altra il “globale”: “fashion”.
È esattamente così: la globalizzazione si realizza per imitazione seguendo le leggi del fashion fuor di metafora.
Non come nel fashion, ma proprio per via del fashion.
Rileviamo qui che la globalizzazione era entrata in crisi da tempo sotto diverse spinte e dopo diverse ondate, di cui l’ultima è costituta da sovranisti, populisti, nazionalisti, neo-fascisti, nostalgici congelati dalla guerra fredda, rossobruni.
Il MOVIMENTO COSTRITTIVISTA sostiene che il contenimento generalizzato su quasi tutto il pianeta degli individui e delle famiglie per l’emergenza covid-19 nelle abitazioni, abbia liberato uno spazio ormai saturo.
Lo spazio pubblico non poteva più essere innovato in alcun modo (“fashion”): eravamo arrivati all’ultimo strato (“costume”) possibile del progresso umano.
Si è liberato così, con un’astuzia della ragione - lo spirito universale della storia umana è costituito, non per la prima volta, da un virus - un ulteriore spazio necessario per una riformulazione della globalizzazione.
Paradossalmente ciò che ci ha divisi, ci unirà intensivamente ancora più separati di prima.
Ci unirà in quanto separati non un virus temporaneo, ma un virus ancora più potente: il fashion.
Il simbolo di questa comunione sarà appunto separativo: una facemask.
Il fashion non solo è il virus imbattibile che associa e separa gli individui per imitazione, dovremmo inoltrarci ora sul suo funzionamento perché è alla base delle ultime possibilità di salvare il capitalismo sul pianeta.
Il fashion è anche il massimo criterio con cui si addomestica il gusto a selezionare tra un’immensa accumulazione di merci diversificate.
Una stesso desiderio, migliaia e migliaia di oggetti prodotti allo scopo.
Come selezionare?
Il fashion nel capitalismo è la dittatura del gusto in ogni ambito della merce. Esso una volta che ha imposto la tendenza stagionale ha buon gioco attraverso un’attrazione feticistica irresistibile. Non si può fare a meno di seguirlo senza restare fuori dalla vita associata che esso stesso crea, contrastarlo è comunque scendere a patti con esso in modo speculare.
L’unica via d’uscita è appropriarsene in quanto insieme di mezzi di produzione del gusto.
Voi che pretendete di esserne fuori e voi anche che rivendicate una spocchiosa eleganza, “che si ha dentro” e “che resta”, ne siete ancora più dentro, ancor più che speculari, sarete ancora più sperculati degli altri.
GUERRA AL FASHION CAPITALISTA, GUERRA AL DESIGN DEL NEOLIBERISMO, GUERRA ALL’ELEGANZA BORGHESE, APPROPRIARSI DI TUTTI I MEZZI DI PRODUZIONE DEL GUSTO, VIA LE MERCI DAL FETICISMO, VIVA - PER IL MOMENTO - IL MOVIMENTO COSTRITTIVISTA COMUNISTA AUTOSUGGESTIONARIO.
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