**HENRI LEFEBVRE: CERTAINS NAISSENT POSTHUMES**
HENRI LEFEBVRE: CERTAINS NAISSENT POSTHUMES
- Giornata di studio -
introduzione: L'œuvre de l'homme c'est lui-même - Guido Borelli, Università IUAV di Venezia.
interventi:
Diritto alla città? Cittadinanza e partecipazione in Henri Lefebvre - Francesco Chiodelli, Gran Sasso Science Institute.
La rivoluzione urbana: il pensiero di Lefebvre e la sua restaurazione - Luca Daconto, Università degli Studi Milano-Bicocca.
Fuck the Polis! Geneaologia della trialettica dello spazio - Daniele Vazquez, Centro di Ricerca dei Luoghi Singolari Roma.
moderatore:
Giulio Ernesti, Università IUAV di Venezia.
29 Novembre 2017
10:30 > 13:30
Aula B2
Cà Tron
Fuck the Polis! Genealogia della trialettica dello spazio (abstract).
Daniele Vazquez
Henri Lefebvre nel libro “Il marxismo e la città” del 1972 a partire da alcuni passaggi sulla città nei Grundrisse individua tre linee di sviluppo della città: quella orientale, quella antica e quella barbara. (Lefebvre 1972: 94).
La differenza che distingue queste tre forme sono:
1) in Oriente la proprietà rimane sempre comunitaria, ivi compresa quella dell’Unico, del Sovrano.
2) Nella città antica due forme di proprietà si contrappongono, ma si riuniscono nel quadro urbano: la proprietà privata, quella del cittadino, e la proprietà pubblica, quella della città, l’ager publicus.
3) A partire dalla comunità tribale germanica si costituiscono tre forme di proprietà: una proprietà privata, una proprietà collettiva, una proprietà comune. (Lefebvre 1972: 94).
Potremmo chiamare questa terza forma di città tripartita in pubblico, privato e comune “città barbara”, una città che è completamente estranea alla Polis. Lefebvre è molto chiaro in proposito: “Una prima linea di sviluppo condanna la società e la città alla stagnazione. Una seconda conduce necessariamente la città e la società a uno sviluppo rapido, a una riuscita folgorante, poi al declino. Un terzo orientamento conduce la città, nel suo rapporto con la campagna, ad una crescita lenta, ma a un avvenire i cui limiti non sono prevedibili. La prima formula è unitaria, la seconda binaria, la terza trinitaria”(Lefebvre 1972: 94-95). Questi passaggi sono di grande importanza perché dimostrano come il pensiero trialettico di Lefebvre abbia una base materiale e non sia un’astrazione come molti hanno sostenuto, tuttavia vedremo anche come vi sia un altro pensatore che l’ha anticipato di qualche anno: il pittore marxista Asger Jorn. Le due forme di trialettica, quella di Lefebvre e quella di Jorn, sono diverse eppure si assomigliano, entrambe alludono ad un affrancamento dal modello della Polis.
Nella città barbara il modello della Polis non è più operante e l’agorà democratica più che lo spazio del dialogo diventa sempre più lo spazio del conflitto aperto e della disputa.