**Non poter camminare: la psicogeografia repressiva della cella**
C’è stato un equivoco fin da subito. Giorgio de Finis ha scambiato l’Associazione Psicogeografica Romana (APR) per un gruppo di artisti e ci ha invitati a partecipare a Face to Face - The Maieutic Machine a Montefiascone. Inizialmente abbiamo pensato volesse da noi che organizzassimo delle derive oppure che scrivessimo un pezzo per il catalogo. L’intervento degli artisti consisteva nell’ospitare in una cella molto piccola un visitatore alla volta e coinvolgerlo emotivamente in una situazione realizzata appositamente per l’evento, sbarrato dentro per 10 minuti. L’artista avrebbe dovuto ripetere il suo intervento per cinque ore. Noi forti dell’equivoco abbiamo tenuto circa trenta lezioni di psicogeografia per ogni visitatore. La lezione veniva interrotta sistematicamente dalla telefonata di una psicologa clinica che cominciava a parlare con lo psicogeografo o con il visitatore sulla corrispondenza tra luoghi ed emozioni. L’obbiettivo della lezione era di arrivare a ricordare la psicogeografia repressiva della cella che non avrebbe permesso di camminare liberamente, che il primo desiderio di un detenuto liberato è quello di passeggiare, che le galere sono luoghi emozionalmente squalificati e traumatizzanti e vanno abolite. La parte teorica cambiava, cambiando il contatto empatico con il visitatore.
Foto di Riccardo Muzzi