Nell'ambito del Progetto D'Arte Contemporanea Per il Territorio Sabino "Un senso di utile ordine" a Rieti e Rivodutri che ha visto già la partecipazione della pittrice e scultrice giapponese Yukoh Tsukamoto e che vedrà la partecipazione del pittore Ono Emiliani e del fotografo Mathew McWillliams, si è tenuta tra il 10 e il 31 marzo la mostra di Nito Contreras "Lo spazio del limite". L'artista galiziano "prosegue da oltre tre decenni un personale dialogo attraverso la scultura, la grafica e più di recente il video - con lo spazio e i suoi limiti, realizzando composizioni di forme  risolutamente libere dalla logica restrittiva del moderno/contemporaneo. La confidenza di Contreras con i segni arcaici della nativa Galizia nel nord della Spagna e la morfologia storicamente stratificata di Roma, sua città d'elezione, finisce distillata in un'intensa capacità d'intervenire in un determinato luogo esaltando gli spazi, sfruttando le molteplici possibilità immaginative che i limiti fisici offrono. Nel suo soggiorno preparatorio a Rivodutri, la coltre di neve che copriva il paesaggio del piccolo borgo reatino si è fatta foglio bianco per l'immaginazione dell'artista. Contreras segna, allora il luogo con pitture su pietra, inserendo fisicamente una serie di sculture e realizzando idealmente altre forme attraverso la realizzazione di un video" (dalla brochure "Lo spazio del limite"). Le foto nella gallery sono state realizzate da Filippo Maria Gianfelice.

fotografia realizzata da filippo maria gianfelice

SE MAG 10, Aprile, 2013, p. 20.

DI LIMITI E SPAZI

A proposito di una mostra di Nito Contreras a Rivodutri

Luca Arnaudo

In un saggio dal titolo “Lo spazio e  il limite”, lo scultore basco Eduardo Chillida si chiedeva: “Esistono limiti per lo spirito? Grazie allo spazio esistono limiti nell’universo fisico  e io posso essere scultore. Nulla sarebbe possibile senza questo rumore di limiti e senza lo spazio che li permette. Quale spazio rende possibile i limiti nel mondo dello spirito?”. Ecco, possiamo cominciare così, prendendo nota di come gli interrogativi espliciti nel testo e le risposte esplicite nelle opere del grande artista spagnolo trovino una loro alta risonanza nella ricerca di Nito Contreras, con un’eco che, complice un’appartata mostra invernale inaugurata il 10 Marzo scorso, arriva  fino a un distratto fine settimana reatino e alle alture boscose di Rivodutri.

Contreras, come Chillida, proviene dal Nord della Spagna, e con ogni probabilità proprio a partire dalla geometria naturale di quei luoghi forti e antichi entrambi hanno tratto i primi insegnamenti sullo spazio e la ricchezza dei suoi limiti – limiti misurati dal mare e dal vento, forze/forme insomma in movimento che a voler conferire loro attitudini più tipicamente umane, si esercitano in un’infinita pratica di disegno e scultura. Poi, dal canto suo, Contreras ha preso a dividere il proprio tempo tra la nativa Galizia e Roma, procedendo a una sintesi esistenziale quanto artistica in cui il progetto della natura e dell’uomo si misura attraverso composizioni ugualmente organiche internamente necessarie.

Nell’occasione di Rivodutri, in particolare, Contreras ha chiesto per prima cosa agli organizzatori di avere una mappa del luogo, quindi si è dato a realizzare una serie generosissima di lavori dove la limitata topografia di un piccolo paese diventa occasione amplissima di invenzione, del trovare cioè quella tensione interna alle forme che le rende inesplicabilmente compiute. Sono forme rese ora in rilievi composti di cere e metalli emergenti dalle pareti della sala comunale, ora in disegni tracciati con un pennello nero e veloce sulle pietre disposte circolari nel teatro piovoso dello spazio retrostante l’arco alchemico, ora ancora in un sorprendente video dove una selva di sculture pubbliche cresce a occupare visivamente l’immaginario del paese, sovvertendolo nel nome di una bellezza inattesa e per questo sempre possibile. Tra i limiti dei tempi e dei luoghi, così, s’insinua l’arte, seminando domande come fertili piante pronte a crescere nonostante, grazie anzi, al rumore circostante: e di questo si converrà, occorre davvero rendere merito al transito per la Sabina di un sapiente compositore di forme come Nito Contreras.