MAAM: il museo dell'altro e dell'altrove
Il 26 e 27 Maggio si è inaugurata la prima esposizione del Museo dell'Altro e dell'Altrove (spazio sociale occupato Metropoliz, Via Prenestina 913, Roma), si tratta di "L'arte aiuta l'arte. Ma non solo" e promette di essere "il fuori fiera underground della capitale". I fondi raccolti serviranno a finanziare l'intervento d'arte site specific di Veronica Montanino nella ludoteca e a ripararne il tetto. La mostra, a cura di Giorgio de Finis, vede la partecipazione di numerosi artisti, nella gallery troverete i flyer, alcune delle opere esposte e foto della vernice. Riteniamo si tratti di un precedente importante ed esemplare, come Luoghisingolari lo sosterremo in ogni modo, tanto per cominciare con un piccolo saggio che posteremo nella sezione "teoria sociale dello spazio" del sito nei prossimi giorni. Abbiamo deciso di inserire questo post nella categoria dedicata alle mappe e alle utopie piuttosto che in quella degli eventi perché non saranno tanto le mostre in sé a fare la differenza ma la loro sinergia con il luogo singolare stesso che le ospiterà. Il testo che segue è tratto direttamente dal flyer del MAAM.
Il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia (MAAM) nasce come ideale prosecuzione del lavoro svolto nell’ambito del cantiere etnografico, cinematografico e d’arte di Space Metropoliz. Raggiunta la Luna, la città meticcia di fatto si colloca in un “outher space”. L’umanità metropoliziana, nel nuovo habitat esoplanetario, si va definendo comunità sui generis, sostituendo al “noi” il riconoscimento della radicale alterità di ciascuna cultura, gruppo o individuo.
Sulla Luna la differenza cessa di essere oggetto di esclusione per farsi definitivamente inclusiva. Non si è più diseguali ma ugualmente diversi.
Alla stregua del razzo di Space Metropoliz, il Museo nasce come un “dispositivo” ludico e di creatività condivisa. Dotandosi di un nome altisonante, che subito lo pone accanto, e in concorrenza, con le grandi istituzioni museali italiane e della capitale (il MAXXI e il MACRO), fa della sua perifericità, della sua totale estraneità al mondo dell’economia e al sistema dell’arte, della sua mancanza di asetticità (il MAAM è contaminato dalla vita) i propri punti di forza. Il MAAM sarà la macchina che spinta al massimo regime trasformerà l’intera fabbrica in un oggetto e un soggetto d’arte collettiva.
Gli artisti saranno invitati a dare il loro contributo gratuitamente, un contributo che si rivelerà tanto più interessante quanto più saprà interagire con lo spazio e con gli abitanti. L’invito ad intervenire rivolto ai protagonisti del mondo dell’arte (che suonerà come una vera chiamata alle armi) avverrà per passaparola e con l’aiuto di associazioni, università, gallerie, curatori indipendenti, e di quanti altri vorranno aderire all’iniziativa.
Avviando un nuovo virtuoso rapporto tra arte e città e tra arte e vita, il Metropoliz si doterà anche di una pelle preziosa, e di una collezione permanente, che l’aiuteranno a proteggersi dalla minaccia sempre incombente dello sgombero coatto.