**Un racconto sulla libreria da viaggio**
Tra il 2004 e il 2006, quindi in soli due anni, non solo eravamo precari ma abbiamo cambiato sei volte casa, continuamente ricostruendo la nostra atmosfera di vita che era fatta di tante cose, piccole e grandi, ma soprattutto di libri. Nel 2010 ormai eravamo da qualche anno approdati in un luogo che ci sembrava più stabile, ma senza una vera e propria certezza. E' allora, davanti alla possibilità di un ulteriore trasloco, che è stata pensata e poi realizzata la "Libreria da Viaggio".
Negli anni avevo osservato mille volte D. trascorrere ore, giorni, se non settimane a riordinare la libreria dopo un ennesimo trasloco, in silenzio, avendo cura di collocare i libri ripercorrendo l’ordine precedente o creando sequenze nuove, riscrivendo la psicogeografia della libreria, perchè, diciamolo, “Urbanisme” di Le Corbusier non può proprio stare vicino ad un Manuale di Psicogeografia. Fu allora che nacque la “Libreria da Viaggio” che Madori Architettura Naturale ha realizzato recentemente in un appartamento di Roma. Una libreria modulare, che può essere facilmente assemblata, dove ogni modulo ha una dimensione studiata per essere trasportato con agilità anche se pieno, in modo da traslocare libri e libreria allo stesso tempo, semplicemente impacchettando i moduli. Costruii un prototipo nel 2010, che negli anni è cresciuto, essendo aumentati i libri che avevamo. La libreria si è dimostrata anche adattiva, perchè prende facilmente la forma del luogo che la ospita. Fu originariamente pensata per uno stile di vita mobile e precario, oggi la condizione della precarietà da stato di emergenza del mondo del lavoro è diventata la regola. Ritengo per questo che occorra pensare ad un arredamento leggero, che si presti facilmente al continuo cambiamento. Non è più il tempo delle essenze, dell’ontologia (in filosofia), della fenomenologia (in antropologia), è il tempo dei divenire, perchè ogni trasloco ci cambia un po’. Ad ogni passaggio ci si porta dietro la propria atmosfera e allo stesso tempo vi sono impercettibili cambiamenti e aggiustamenti. Un progetto dell’arredo e dell’architettura in generale dovrebbe, a mio avviso, essere continuamente teso verso questo movimento oscillatorio tra il guscio che ci portiamo dietro e i divenire che lo adattano alle circostanze. Ci occorre un nuovo progetto, una nuova utopia, che tenga conto del divenire e non dell’essere. Noi non siamo quelli di ieri e non saremo domani quelli di oggi.
Da quando sono nella famiglia di Madori la libreria ha acquisito ulteriori significati. Non più solo una libreria, ma nello spirito che anima l’Architettura Naturale anche luogo delle emozioni, dove poter collocare pezzi della propria vita, micropaesaggi, angoli di lavoro, scrigni per gli oggetti preziosi. Insomma un oggetto complesso. Non solo pensato per il trasloco da una casa all’altra, nella stessa città, ma anche per partire per l’altrove quando si pensa di non far più ritorno.
Laura Martini